L'oscuramento delle sentenze alla luce del nuovo diritto all'oblio Luciana Capo
By: Capo, Luciana
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Artículos | IEF | IEF | OP 295/2024/2-3 (Browse shelf) | Available | OP 295/2024/2-3 |
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Resumen.
L’autorità giudiziaria può ordinare che vengano omessi determinati dati identificativi di persone fisiche contenuti in un provvedimento giurisdizionale, applicando il c.d. “diritto all’oscuramento delle sentenze”, come stabilito dall’art. 52 del d.lgs. n. 196 del 2003. Tale disposizione è richiamata dal nuovo art. 64-ter disp. att. c.p.p., sul c.d. diritto all’oblio degli imputati e delle persone sottoposte a indagini. Considerato il complesso di norme e il grado di incertezza interpretativa su alcuni punti fondamentali, la presente ricerca si è posta l’obiettivo di precisare le ragioni del diritto e di individuare i criteri da porre alla base della decisione dell’autorità giudiziaria. A tale scopo è stata esaminata la normativa interna e sovranazionale e la giurisprudenza della Corte di Cassazione e delle Corti europee. Questo studio ha evidenziato l’importanza del nuovo diritto all’oblio degli imputati sotto l’aspetto sistematico e la rilevanza del diritto alla protezione dei dati personali. Sono emerse delle cruciali differenze procedurali tra le Corti europee. Sulla base di questi risultati è stato possibile realizzare un catalogo dei motivi legittimi di oscuramento e selezionare la regola fondamentale che consente di distinguere, attraverso una valutazione del caso concreto e degli interessi in gioco, se l’oscuramento o la sua negazione rappresenti una misura legittima in quanto necessaria in una società democratica.
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